In occasione della decima giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, l’Associazione BattiCinque ha organizzato la proiezione del film “Life, Animated” al Cinema Concordia di Borgo Maggiore
La Sirenetta, Il Re Leone, Aladdin, sono i classici Disney che hanno scandito l’infanzia di noi tutti, ma per qualcuno hanno avuto un significato particolarmente importante.
È il caso di Owen, che all’età di tre anni ha iniziato a manifestare alcuni segnali riconducibili all’autismo: ha smesso di parlare, se non attraverso un borbottio incomprensibile, e si è isolato quasi totalmente, con la sola compagnia dei classici Disney, fino a diventare inavvicinabile anche dai suoi stessi genitori.
La diagnosi di autismo, avvenuta dopo una serie di visite specialistiche, destabilizzò molto la famiglia di Owen, gettandola nello sconforto fino a quando il padre non si accorse che c’era un modo per arrivare a suo figlio, un linguaggio che lui riusciva a comprendere: quello dei personaggi dei suoi amati film.
In questo modo si aprì un punto di contatto fra la famiglia e il ragazzo che, conoscendo ogni battuta a memoria, è in grado di utilizzare i film di animazione e le avventure in essi raccontate per orientarsi meglio nella vita reale e per dare un nome alle proprie emozioni.
Questa storia è stata narrata dal padre di Owen, Ron Suskind, giornalista, nel libro “Life, Animated: A Story of Sidekicks, Heroes, and Autism” del 2014. Il regista Ross Williams realizzò in seguito un documentario ispirato al libro di Suskind, nel quale racconta un momento cruciale della storia: quella in cui Owen sta per lasciare la casa paterna per trasferirsi nell’appartamento in cui vivrà per la prima volta in totale autonomia.