Pillole

Autismo in pillole [#9 – Socializzazione e talenti]

#9 - Socializzazione e talenti

La difficoltà di interazione sociale è uno dei criteri necessari per diagnosticare l’autismo. Quindi si tratta di una difficoltà comune a tutte le persone con diagnosi di spettro autistico. Questo significa che la difficoltà è uguale per tutti? Assolutamente no, si possono osservare significative differenze da persona a persona sia nel grado della difficoltà, sia nella forma in cui si manifesta.

Anzitutto è necessario chiarire che avere una difficoltà a socializzare non vuol dire non percepire il bisogno o il desiderio di farlo. Ci sono persone autistiche che hanno un fortissimo desiderio di socialità, ma non hanno le abilità, le competenze necessarie per rispondere a questo bisogno, non sanno come fare, persone che interagiscono con gli altri con modalità che possono sembrare bizzarre o fuori luogo e persone che invece sono poco interessate agli altri.

Anche quando la persona autistica non ha difficoltà di tipo linguistico, soprattutto durante l’infanzia, può avere difficoltà a comprendere le emozioni, le intenzioni e i punti di vista altrui. Questa difficoltà a comprendere il mondo dell’altro e a trovare un modo efficace per entrare in relazione pervade la vita di una persona e la influenza non solo per la difficoltà in sé, ma soprattutto per quel che accade a partire da essa.
Il bambino autistico infatti non è un’isola! Sin da piccolo si relaziona con altre persone: i familiari prima, i maestri e i compagni poi e così via e come per ognuno di noi l’esito di queste esperienze condiziona le successive. Se nel relazionarci con qualcuno ci percepiamo inadeguati, se le risposte degli altri alle nostre azioni sono negative, contradittorie, incomprensibili, viene da sé che interagire con l’altro genererà sempre più emozioni come ansia, paura, colpa, inadeguatezza, avviando un circolo vizioso che spesso porta all’isolamento di queste persone, isolamento però che non può e non deve essere attribuito alla difficoltà di interazione “di base”.
La relazione, per definizione, non riguarda solo una persona, non è a senso unico! Ecco allora che ognuno di noi ha un ruolo fondamentale, ognuno è chiamato a conoscere e comprendere le difficoltà altrui non per mettere etichette, ma per trovare modi efficaci per rispondere ai bisogni propri e altrui, con l’obiettivo di crescere e stare bene, nessuno escluso!

Per approfondire:

Quando la socializzazione stressa
di SpazioAsperger

Socialità
di Neuropeculiar

Autismo e talento
Svelare il mistero delle abilità eccezionali
a cura di Francesca Happè e Uta Frith